Reddito di Cittadinanza, il 28% delle domande bocciate dall’Inps
È difficile dire se colpisce di più il numero delle domande accolte (960mila) o, piuttosto, quelle respinte (circa 410mila). L’ultimo report dell’Inps, con dati aggiornati al 4 settembre, presenta uno spaccato sempre più chiaro dell’impatto che il reddito e la pensione di cittadinanza stanno avendo sulla platea dei poveri nel nostro Paese.
Il poco meno di un milione di domande già presentate ed accolte interessa una platea di meno di 2,4 milioni di beneficiari, un numero di molto inferiore alle stime iniziali, quando si era arrivati a parlare di almeno cinque milioni di poveri che avrebbero beneficiato del reddito di cittadinanza.
Sarebbe interessante capire il perché, considerando che, verosimilmente, chi pensava di presentare la richiesta di accedere al beneficio economico lo ha largamente già fatto. Fra i fattori che potrebbero aver inciso negativamente, le regole di accesso molto stringenti, lo spettro dei controlli, l’obbligo di attivazione e, soprattutto, l’equivoco iniziale intorno all’assegno percepito.
Soltanto in un secondo momento, infatti, è apparso chiaro a tutti che soltanto una minima parte dei beneficiari potrà percepire l’ammontare pieno di quanto previsto per la composizione del nucleo familiare. Trattandosi di integrazione al reddito, l’assegno percepito è inferiore alle attese: l’importo medio è di 518 euro per il reddito (il 21% percepisce però meno di 200 euro) e di 208 euro per le pensioni.